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Italian Tourist Web Guide © 1996/97 by ITWG.COM
(A cura dell'A.P.T. della Regione Marche)
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Questo vuol significare che il progresso riesce a creare manufatti sofisticati, raffinatissimi, ma non intacca i valori tradizionali, il gusto di stare insieme con semplicità e allegria, la voglia di far conoscenza e di mantenere i legami nel tempo, l'apprezzamento delle cose belle, così come dei piatti genuini.
Nessuno nelle Marche si vergogna di essere erede di una grande civiltà contadina, perché è questa che ha lasciato certe connotazioni ormai rarefatte: il rispetto della sfera personale altrui, la solidarietà e l'amicizia, il senso della creatività nel lavoro, la misura.
Non è casuale che molti turisti tornino per lustri e lustri nello stesso luogo di vacanza e diventino una sorta di "cittadini onorari". In realtà, dei marchigiani è facile diventare amici, e quando questo avviene la permanenza in un albergo o in una stazione turistica finisce col diventare un "fatto familiare". Tra le motivazioni addotte anni fa per la scelta dei luoghi di villeggiatura, alcune famiglie straniere posero la constatazione che i loro figli si affezionavano (ricambiati) a ragazzi e ragazze del posto. Se accanto ad una bella gita in mare o ad un'escursione in montagna si mette anche lo sbocciare di un'amicizia, tutto ne esce arricchito e colorito piacevolmente.
Del resto, non solo i residenti amano le Marche: c'è tutta una letteratura che inneggia al paesaggio e alla storia, alle stagioni dell'arte e agli eventi culturali contemporanei. Formica molto più che cicala, il marchigiano ha saputo, nel corso dei secoli, ritagliarsi propri spazi di crescita e di grandi realizzazioni senza peraltro rinunciare mai ad una propria ritrosa autonomia.
Che le Marche non siano conosciute come, facciamo conto, la Liguria o la Sicilia, dipende da una pluralità di cause: ai tempi di Carlo Magno "Marca" equivaleva a terra di confine; le vie di comunicazione sono state a lungo carenti e solo oggi la presenza di un aereoporto a Falconara, del porto turistico di Ancona, di una veloce autostrada adriatica (la A14) e di una parimenti efficiente dorsale ferroviaria (Milano-Lecce) ha permesso di superare questo handicap; mettete nel conto anche il fatto che il marchigiano, per natura, punta più sulle proprie forze che sugli aiuti assistenziali, con tutto ciò che ne deriva in termini di interventi sulle strutture varie.
Ma se l'isolamento registrato fino a qualche decennio fa ha consentito alle Marche di conservare quasi intatte certe peculiarità paesaggistiche, ambientali e dell'indole degli abitanti, ebbene allora occorre dire che s'è trattato di un male per un bene.
Valga un esempio: negli anni '40 il turismo cominciò a scoprire le gemme della Riviera del Conero. I Milanesi che arrivavano a Sirolo e Numana non facevano reclame, si tenevano la notizia per loro stessi. E questo ai marchigiani stava bene: meglio un turismo di qualità che la calata di masse vocianti e comunque "choccanti". Ma che cosa sarebbe accaduto alla Riviera del Conero se fosse stata scoperta vent'anni prima? Forse sarebbe ora un bel ricordo sepolto dal cemento e dalla speculazione.
Il ritorno delle preferenze verso la quiete e l'armonia premia la scelta turistica delle Marche.
Teniamo volutamente fuori dall'elenco gli elementi generali, quelli che caratterizzano tutta la regione: il paesaggio, anzitutto, cantato da poeti come Leopardi, da grandi viaggiatori come Sthendal e Goethe, Montaigne e Montesquie, da scrittori e giornalisti; la magia del paesaggio e nell'alternarsi di dolci colline con insediamenti posti su picchi arditi, e nella splendida tavolozza di colori.
Rispetto alle regioni confinanti, le Marche rappresentano un salto netto rispetto alla ricca Emilia Romagna, alla verde Umbria, all'Abruzzo. Geograficamente, le Marche sono una vera isola, con caratteristiche talmente uniche e nello stesso tempo così multiple da essere state indicate come un concentrato dell'Italia dallo scrittore Guido Piovene. Ed infatti per anni lo slogan della regione è stato: "Marche, l'Italia in una regione".
Consideriamo una costante anche la enogastronomia, cibi lontani dalla nouvelle cuisine, al contrario derivati dalla tradizione e non di rado con un loro posto nella storia della cucina. Cibi elaborati in modo genuino, semplice, tanto nel versante dei primi piatti che nella carne e nel pesce. Il mare, che è, anche per l'estensione di quasi 170 chilometri, un elemento di vita e di civiltà delle Marche, ha sulla gastronomia un'influenza nettissima. I vini Doc sono ben dodici.
Terzo elemento generale sono le diffuse valenze storico-artistiche-architettoniche. Un immaginifico scrittore coniò per la città di Urbino lo slogan: "ogni pietra, un monumento". Ebbene, questa affermazione può valere per tutto il territorio. Il percorso nei secoli ha arricchito le Marche di straordinarie testimonianze. Non basterebbe un mese di escursioni per rendersene conto. Il nuovo rapporto mare-entroterra, che risponde alle curiosità di un turista più acculturato, trova nella regione marchigiana le condizioni più favorevoli per un'integrazione che può anche essere quotidiana, e non occasionale. Non, insomma, la gita nell'interno come alternativa al mare in una giornata di pioggia, ma il viaggio come scelta primaria per conoscere tutto il territorio con le sue attrattive e peculiarità.
Non è per iniziare dal Nord ma perché si tratta del più luminoso faro delle Marche che citiamo anzitutto:
Si tratta del massimo veicolo di conoscenza e penetrazione che le Marche hanno nel mondo. Una città da visitare con una preparazione adeguata perché sede di una civiltà (quella dei Montefeltro) robusta e raffinata al tempo che ha lasciato testimonianze eccellenti. Il Palazzo Ducale con l'annessa Galleria Nazionale delle Marche e la casa di Raffaello sono soltanto due luoghi mitici della città.
Del Forte di San Leo un fine cesellatore delle parole come Umberto Eco ha detto che "paesaggi così si trovano solo al Louvre". Una frase che compendia l'enorme suggestione della rocca, del resto eternata anche da Dante Alighieri nella "Divina Commedia". La prima apparenza essendo quella della irraggiungibilità della vetta, Dante scrisse "Convien ch'onvoli". Cioè, appare opportuno che un uomo sia dotato di ali per scalare il Forte. Una città che si vanta di essere stata capitale d'Italia con Berengario nel 962 e che ha pure bellissime chiese.
Un'altra città da vedere con grande gioia dell'intelletto e del senso estetico è:
Così raccolta e ben conservata da essere stata definita "una piccola Siena". Piazze stupende, scorci di piccole vie (rue), torri gentilizie, chiese ornate o severe riportano il visitatore al XV secolo. E non è casuale che proprio qui si svolga una manifestazione come la Quintana, che fa rivivere usi e costumi, agoni e tradizioni di quell'epoca in una cornice scenografica eccezionale, davvero indimenticabile.
Ancona è un capoluogo di regione alla ricerca di una sua precisa identità funzionale. Ma per chi la scorge dalla A14, con il San Ciriaco sulla quinta del colle Guasco, basta già questa immagine per consacrarla come città di grande effetto scenografico. Tutta la parte antica, del resto, è ricca di suggestioni e meriterebbe visite meno frettolose di quelle che i turisti che si imbarcano per Grecia compiono nelle ore di sosta.
Il polmone verde della zona è:
La Riviera del Conero
Zona che la flora, la fauna, gli scorci panoramici, le calette sul mare, i grandi e piccoli scogli, la fioritura della ginestra da maggio in poi contribuiscono a collocare in un'atmosfera magica, specie laddove l'urbanizzazione è stata discreta ed ha rispettato l'elemento di detta natura.
Portonovo, la vetta del monte Conero, Sirolo, Numana sono le mete fisse di un tour unico, così come unico è il promontorio di roccia del Conero nello spazio fisico che va da Trieste al Gargano.
Questo tipo di suggestioni è comune anche alle Grotte di Frasassi, nei pressi della storica Fabriano, città della carta, un complesso ipogeo valorizzato in tempi abbastanza recenti e divenuto rapidamente meta di migliaia di visitatori, tra i quali scuole di tutta Italia e di Paesi europei. Un percorso attrezzato con luci intelligenti dello scenografo Cesarini da Senigallia che consentono di valutare appieno le inusitate forme delle rocce carsiche e le variazioni dei colori.
E, a proposito di colori, si può ricordare l'espressione leopardiana "i monti azzurri" per inserire tra le meraviglie delle Marche la catena dei Monti Sibillini, che non solo costituiscono un fondale bellissimo dall'interno della regione, ma offrono paesaggi di straordinaria bellezza, fioriture stagionali, possibilità di soggiorni distensivi in una pluralità di centri, il tutto in un contesto spesso valorizzato da testimonianze di arte e di storia.
Faremmo torto a importanti città storiche come Jesi, Fermo, Macerata , Fano, Pesaro, Fabriano, Camerino, San Severino, Cingoli, Osimo, Offida, Gradara (vedi foto), se non dicessimo che ognuna di esse rappresenta una meta originale, foriera di scoperte.
Ma dobbiamo collocare tra i dieci tesori marchigiani la città di Recanati, dalla quale si sprigiona ancor oggi stupende armonie leopardiane. Una visita a Recanati pretende, così come si diceva di Urbino, una non sommaria preparazione dello spirito: rivedere i luoghi cantati dal Poeta desta tante più emozioni quanto più profonda è la compenetrazione nelle sue pagine e nei suoi versi immortali.
Dulcis in fundo, le spiagge della Riviera marchigiana. Quì veramente non si sa che cosa scegliere.
Dalle suggestioni panoramiche di Gabicce agli stupendi viali di palme di Grottammare e San Benedetto del Tronto, è tutto un susseguirsi di lidi sabbiosi o di naturali insenature nella roccia. Il comprensorio Gabicce - Pesaro - Fano è frequentatissimo, Senigallia ha fama di stazione confortevole e moderna, la Riviera del Conero è un'affascinate variazione sul tema, Porto Recanati è la tradizionale spiaggia familiare, Civitanova Marche sviluppa ogni anno la vocazione turistica, Porto San Giorgio ha una sua indiscutibile patina di aristocraticità, Cupra Marittima ed altre piccole città fanno da contorno non secondario ad un'offerta complessiva sempre più qualificata di anno in anno.
Di una cosa potete essere sicuri. Nelle Marche non ci si annoia, sia per la crescita dei locali d'evasione, sia perché - organizzando il tempo a disposizione - si può riempire ogni giornata con un carnet di sorprese e di scoperte.
E parliamone, allora, delle Marche musicali ed artistiche.
Tutti, in Europa, conoscono ormai il ROF (Rossini Opera Festival) che da Pesaro ripropone, anche attraverso prestigiose dirette televisive, i capolavori e soprattutto gli inediti rossiniani. Sui vari palcoscenici di Pesaro (teatro, auditorium, palazzo dello sport) passano ogni anno cantanti di fama mondiale per dar vita ad edizioni critiche delle spumeggianti opere del "cigno". La stagione valorizza enormemente l'offerta culturale estiva delle Marche. Chi non ha mai visto l'Arena Sferisterio di Macerata avrà, nei mesi di luglio e agosto, l'occasione per conoscere uno spazio incantevole, progettato da Ireneo Alenadri nella terza decade dell'800, ed oggi valorizzato dalle luci, dalle realizzazioni scenografiche e da quella inestimabile cappa che è il cielo stellato.
Macerataoffre una stagione lirica ormai consacrata come la seconda per importanza, in Italia, dopo quella di Verona. Anche la piazza di Fermo, ed altri cotenitori come villa Vitali e palazzo Sassotelli, sono luoghi di ritrovo, d'estate, per validissimi concerti con orchestre, maestri direttori e solisti di fama internazionale.
Da rilevare l'attività qualitativamente elevata del Teatro di tradizione"Pergolesi" di Jesi, dove accanto ad opere e concerti, si possono godere spettacoli di prosa di valore assoluto nell'arco di tutto l'anno. Anche Macerata, col rinnovato Teatro "Lauro Rossi", brilla per le scelte teatrali, contrassegnate, tra l'altro, da uno stretto feeling con il "Piccolo" di Milano.
Sul versante sperimentale e moderno si è grandemente affermato "In Teatro" di Polverigi (nei pressi di Jesi), un festival che ha lanciato parecchi nomi nuovi, sia nella prosa che nel cabaret che nel fantasismo che nel balletto. Questa capacità di scovare nuovi talenti e di lanciarli sulle ribalte nazionale è stata la grande peculiarità di "In Teatro", manifestazione che contribuisce fortemente a caricare l'estate marchigiana di novità.
Sul piano dellearti figurative, oltre alle proposte singole tra cui sempre interessanti sono quelle di una città vocata come Urbino, spiccano le antologiche estive di Palazzo Ricci, a Macerata, che hanno proposto fra gli altri Scipione, Mafai, Messina , Bartolini, Pirandello, Edita Broglio. Apertura da giugno a settembre. Anche il rinnovato "Premio Marche", ad Ancona, articolato ad anni alterni in una fase regionale ed in una seconda nazionale, è una proposta interessante sul piano dell'arte contemporanea (pittura e scultura).
Tra le rievocazioni storiche, la palma spetta alla Quintana di Ascoli (prima domenica di agosto), riproposizione di un corteo di oltre 1000 figuranti e di sbandieratori nel contesto di un torneo cavalleresco serrato ed emozionante.
A Sant'Elpidio a Mare, nella seconda domenica di agosto, ha luogo un'altrettanto bella anche se meno antica manifestazione denominata la "Contesa del Secchio": si tratta di gettare una palla in una sorta di pozzetto. Anche qui costumi a centinaia, con grande sfarzo di ornamenti e di colori, sbandieratori, insomma un'applaudita e popolarissima festa di popolo che ha varcato anche i confini nazionali ed è stata talvolta riproposta in Eurovisione.
Una fittissima serie di manifestazioni locali, sovente connotate da una rara originalità, completano l'offerta estiva delle Marche che, peraltro, presenta anche una moltitudine di eventi "interni", legati alla tradizione locale, ma non per questo meno apprezzati dai turisti.
Sul piano del turismo religioso, un grande patrimonio è per le Marche la città di Loreto, sede del Santuario della Madonna di Loreto. E' nota la pia tradizione secondo la quale la casa di Gesù di Nazareth, sarebbe stata prodigiosamente trasportata in volo dagli Angeli prima in Istria e quindi, dopo alcune traslazioni, a Loreto.
Per questo la città è meta di foltissimi pellegrinaggi devozionali. Il Santuario ha attirato presso di sé grandi artisti come Bramante, Giuliano da Maiano, Francesco di Giorgio Martini, il Sansovino, il Vanvitelli e il pittore Lorenzo Lotto, sicché tutto il contesto architettonico e ornamentale è di prim'ordine.
Se nel turismo religioso la regione conta un numero cospiquo di città (si pensi, oltreché a Loreto, a Corinaldo, patria di Maria Goretti, a Tolentino con il Santuario di San Nicola, a Osimo), rilevante è il numero dei santuari, il più famoso dei quali è quello di Fonte Avellana, in provincia di Pesaro-Urbino, e molto alto il numero delle abbazie storiche, testimonianze di civiltà oltreché d'arte. Molti di questi luoghi dettero infatti origine ad opere di autentica bonifica ed organizzazione del territorio ad opera dei Benedettini. Regione di forti tradizioni religiose, le Marche custodiscono con amore questa splendida eredità che offre ai turisti occasioni dei meditazione e di arricchimento culturale.
E' anche il caso di accennare ai prodotti dell'industria e dell'artigianato marchigiano che sovente hanno varcato i confini nazionali e si sono affermati nel mondo. Tutto ciò testimonia le capacità inventive e la passione dell'imprenditoria regionale. Quanto viene fabbricato nelle Marche è generalmente di qualità apprezzabile proprio perché la gente fa del lavoro a regola d'arte un punto d'orgoglio e quasi una caratteristica razziale.
Il sommo Giacomo Leopardi campeggia tra i poeti, dove troviamo anche Lucio Accio e Cecco d'Ascoli nonché Ugo Betti, più noto come commediografo. Recanatese è Beniamino Gigli, superbo tenore, e fanese l'eccelso attore drammatico Ruggero Ruggeri. Il maceratese padre Matteo Ricci fece conoscere l'Europa alla Cina e viceversa a cavallo tra i secoli XVI e XVII.
Tutti hanno lasciato tracce di sé nella terra d'origine: per i cultori della loro memoria e delle opere sono sempre possibili approfondimenti.